tag:blogger.com,1999:blog-24773183384597856742024-03-05T03:45:10.598-08:00Per la Quinta InternazionalePer la ripresa dell'internazionalismo
che difenda la vita sulla Terra,
contro ogni devastazione ambientale
e contro ogni guerra,
fino alla vittoria definitiva contro i padroni. Blog di informazione e approfondimento radicale.Lorenzo Mortarahttp://www.blogger.com/profile/06714216901829194175noreply@blogger.comBlogger7125tag:blogger.com,1999:blog-2477318338459785674.post-47229796497560627272018-01-22T00:19:00.000-08:002018-01-24T14:00:28.453-08:00IL SINDACATO È UN’ALTRA COSA E LE ELEZIONI<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; direction: ltr; color: rgb(0, 0, 10); line-height: 120%; text-align: left; }p.western { font-family: "Liberation Serif", serif; font-size: 16pt; }p.cjk { font-family: "Noto Sans CJK SC Regular"; font-size: 16pt; }p.ctl { font-family: "FreeSans"; font-size: 16pt; }</style>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg21ktHrqORAOG450j1xmZOfg0oyZHT7vv6QSYpeL7nsMlAWZrODjKWQaAlPFlQ1OYNV69DdVpXtaeBeVtxg-yb76faYxnzswLIall0KLHYq8YslRT_u6XQdk_hO5FSWQmEFhU565U5nMs/s1600/WP_20160603_18_15_05_Pro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="899" data-original-width="1600" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg21ktHrqORAOG450j1xmZOfg0oyZHT7vv6QSYpeL7nsMlAWZrODjKWQaAlPFlQ1OYNV69DdVpXtaeBeVtxg-yb76faYxnzswLIall0KLHYq8YslRT_u6XQdk_hO5FSWQmEFhU565U5nMs/s400/WP_20160603_18_15_05_Pro.jpg" width="400" /></a></div>
<h2 class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">di Lorenzo Mortara</span></span></span></h2>
<div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; direction: ltr; color: rgb(0, 0, 10); line-height: 120%; text-align: left; }p.western { font-family: "Liberation Serif", serif; font-size: 12pt; }p.cjk { font-family: "Noto Sans CJK SC Regular"; font-size: 12pt; }p.ctl { font-family: "FreeSans"; font-size: 12pt; }</style>
<div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">Il
4 Marzo i lavoratori italiani, senza un’alternativa, dovranno
scegliere chi mandare in Parlamento a rappresentare gli interessi dei
padroni!</span></span></div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">La
Cgil, sta facendo tutto quello che è in suo potere perché i
lavoratori si riconsegnino al carrozzone vario del Centro-Sinistra.
L’appoggio esplicito di Susanna Camusso a Gori a Bergamo e a
Zingaretti nel Lazio, dimostra ancora una volta quanto sia vana la
retorica di una Cgil autonoma e indipendente dai partiti politici. La
Cgil conferma la sua subalternità a PD e dintorni. Di fronte a tutto
questo, a meno di due mesi dalle elezioni, il SINDACATO È UN’ALTRA
COSA tace, come se le elezioni politiche non riguardassero milioni di
lavoratori.</span></span></div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">Perché
tace l’OPPOSIZIONE CGIL? Semplice: perché </span><span style="font-size: large;"><i>l’Opposizione
Cgil</i></span><span style="font-size: large;">
è formata al suo interno da 3 correnti fondamentali. Senza nulla
togliere al merito di altri gruppi, l’ossatura del </span><span style="font-size: large;"><i>Sindacato
è un’altra cosa</i></span><span style="font-size: large;">
è formata da sindacalisti che militano o nel PARTITO COMUNISTA DEI
LAVORATORI o in SINISTRA ANTICAPITALISTA o in SINISTRA CLASSE E
RIVOLUZIONE. E poiché </span><span style="font-size: large;"><i>Sinistra
Anticapitalista</i></span><span style="font-size: large;">
ha deciso di correre il 4 Marzo con POTERE AL POPOLO, la nuova
colazione radicale, mentre gli altri due correranno assieme nella
coalizione chiamata SINISTRA RIVOLUZIONARIA, l’Opposizione Cgil
sembra aver scelto di non parlare delle elezioni, per evitare
discussioni interne che minino la coesione proprio a pochi mesi dal
CONGRESSO CGIL.</span></span></div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">Comprendiamo
i timori di una discussione che spacchi la minoranza della Cgil,
tuttavia non affrontare il problema delle elezioni, è una cura
peggiore del male e non ci sembra degno di </span><span style="font-size: large;"><i>un’opposizione
di classe come è la nostra in Cgil</i></span><span style="font-size: large;">.
Infatti, a meno di essere anarchici, di cui nutriamo un profondo
rispetto anche se per lo più non lo siamo, non si può pensare di
costruire un sindacato di classe, senza occuparsi di costruire il
corrispettivo politico: il partito. Il Sindacato è un’altra cosa
non è per la finta indipendenza dai partiti politici, come la
maggioranza Cgil, il Sindacato è un’altra cosa è per
l’indipendenza dai partiti politici borghesi padronali. Non è
affatto la stessa cosa, perché tale indipendenza è possibile solo
in stretta collaborazione coi partiti che rappresentano i lavoratori.
Perché i lavoratori non hanno solo problemi economici, hanno
soprattutto problemi politici, come dimostra la Storia della Seconda
Repubblica, che può essere ridotta alla Storia di un Parlamento che
legifera da quasi 30 anni solo e soltanto contro i lavoratori. Per
forza si converrà, all’interno non ci sono né lavoratori né loro
rappresentanti! </span></span></div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"> </span></span>
</div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">Non
pensiamo che </span><span style="font-size: large;"><i>Il
sindacato è un’altra cosa</i></span><span style="font-size: large;">
debba scegliere una delle due coalizioni nominate. Sarebbe ridicolo
questo. Tanto più che al nostro interno abbiamo anche altri gruppi,
dal PDAC fino ai libertari e agli astensionisti vari. Pensiamo
solamente che l’opposizione Cgil debba, in questi due mesi, aprirsi
alla discussione in materia di elezioni politiche, a cominciare dalla
riunione del Coordinamento Nazionale del 26 Gennaio, per proseguire
sulle colonne del nostro sito nazionale. Perché se la Cgil
maggioritaria fa di tutto per consegnare i lavoratori a PD e
dintorni, e quindi alla Confindustria, l’Opposizione Cgil deve
all’opposto far di tutto per strapparli dalle loro grinfie, usando
tutta l’energia delle poche forze che ha a disposizione, perché i
lavoratori arrivino all’appuntamento del 4 Marzo informati al
meglio delle possibili alternative al loro ennesimo cappio al collo.</span></span></div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">E
anche perché, il 4 Marzo, dovunque abbiano deciso di militare, i
sindacalisti dell’Opposizione Cgil sentano ancora più forte il
dovere di portare alta la nostra bandiera, continuando in campo
politico la battaglia senza quartiere che facciamo in Cgil perché le
burocrazie di sinistra che hanno spiumato vivi i lavoratori, diritto
dopo diritto, firma dopo firma, bandiera bianca dopo bandiera bianca,
non abbiano alcun ruolo dirigente nelle nuove formazioni politiche.
Ci riferiamo in particolare alle burocrazie di Rifondazione Comunista
ed ex Comunisti Italiani, già protagoniste dell’ultimo Governo
Prodi, quello delle missioni di guerra in Afghanistan e dei 6 anni in
più di lavoro per la pensione, e a quelle “emendatarie” del
nostro sindacato, che già si stanno riciclando nei nuovi partiti,
riverniciandosi per l’occasione la faccia al grido di “No al
liberismo!”, e che al 99% ci ritroveremo il giorno dopo, cioè al
Congresso della Cgil, dalla parte di Camusso-Landini, che altro non
significa che dalla parte della sistematica capitolazione al
capitalismo. In breve contro i lavoratori, cioè contro di noi.</span></span></div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">
</span></span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="__DdeLink__18_1518620887"></a>
Solo
così, affrontando di petto il problema, il Sindacato è un’altra
cosa, farà la sua parte alle prossime elezioni, per la ricostruzione
del partito di classe dei lavoratori, qualunque esso sia.</span></span></div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><i>Stazione
Dei Celti</i></span></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">
</span><div class="western" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><i>Gennaio
2018 </i></span></span>
</div>
Lorenzo Mortarahttp://www.blogger.com/profile/06714216901829194175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2477318338459785674.post-13112670377680841492018-01-14T14:11:00.001-08:002018-02-03T14:23:43.843-08:002018: A 50 ANNI ESATTI DAL ’68<style type="text/css">pre { direction: ltr; color: rgb(0, 0, 10); text-align: left; }pre.western { font-family: "Liberation Mono", serif; }pre.cjk { font-family: "Nimbus Mono L"; }pre.ctl { font-family: "Liberation Mono"; }p { margin-bottom: 0.25cm; direction: ltr; color: rgb(0, 0, 10); line-height: 120%; text-align: left; }p.western { font-family: "Liberation Serif", serif; font-size: 12pt; }p.cjk { font-family: "Noto Sans CJK SC Regular"; font-size: 12pt; }p.ctl { font-family: "FreeSans"; font-size: 12pt; }</style>
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; direction: ltr; color: rgb(0, 0, 10); line-height: 120%; text-align: left; }p.western { font-family: "Liberation Serif", serif; font-size: 12pt; }p.cjk { font-family: "Noto Sans CJK SC Regular"; font-size: 12pt; }p.ctl { font-family: "FreeSans"; font-size: 12pt; }</style>
<br />
<div class="western" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-nG7MMVD4tzpNLwk2rNZ4DT849xOEaM6YFEsOzslQA1Q_Emxmykx2w-JVdclD543wlvb5dNoy_80JueFxI6YkcuFzIVJmBxamliPF4gKvTVF_uYEzk2E0MdRdqlf8fE4256Q4UUz46GQ/s1600/cdaf0fc20046a2079d55b2b23d3eb87f.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="704" data-original-width="1072" height="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-nG7MMVD4tzpNLwk2rNZ4DT849xOEaM6YFEsOzslQA1Q_Emxmykx2w-JVdclD543wlvb5dNoy_80JueFxI6YkcuFzIVJmBxamliPF4gKvTVF_uYEzk2E0MdRdqlf8fE4256Q4UUz46GQ/s400/cdaf0fc20046a2079d55b2b23d3eb87f.jpg" width="400" /></a></span></div>
<br />
<div class="western" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<h2 class="western" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: x-large;">di Lorenzo Mortara</span> </span></span></h2>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-size: large;">
<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }</style>
</span><br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "dejavu sans" , sans-serif; font-size: large;">Il 2017 contava cent’anni
dalla Rivoluzione d’Ottobre; il 2018 ne conta la metà, 50 anni
esatti, dal 1968, l’anno più bello del <i>Secolo Breve</i>. Una
“carnevalata” ebbe a definirlo l’ex fascista, ex pedofilo
Montanelli, il più grande tra gl’inutili ex giornalisti postumi.
Un anno davvero prodigioso e memorabile per la Storia che ha
giustamente scaricato nella sua pattumiera tutti gli altri a venire.
La Storia non ha particolari problemi a ricordare emeriti coglioni
come Hitler, Stalin e Mussolini, ma non ha pietà per gli ignavi, e
se non fosse per la ridicola sicumera degli storici, i più ignavi
tra gli ignavi che le tocca sopportare sul groppone, dimenticherebbe
anche quelli.</span><br />
<span style="font-family: "dejavu sans" , sans-serif; font-size: large;"> </span><span style="font-size: large;">
</span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-family: "dejavu sans" , sans-serif; font-size: large;">Il ‘68 fu un anno talmente
memorabile che durò grosso modo dieci anni e cominciò addirittura
nel ’66 o ancora prima. Mise il terrore nei padroni, cacciò
indietro il profitto con grande gioia dei salari, liberò le scuole
dall’occupazione abusiva di presidi, bonzi sindacali e professori,
tirò i sampietrini ai poliziotti, spesso centrandoli assieme ai
poeti che ne rimasero per sempre storditi, mise a cuccia la violenza
pareggiandone parecchi torti, separò la fantasia dal potere come si
separa la testa da chi vuol governare sempre coi piedi, se la rise
sotto i baffi di tutte le <i>controrivoluzioni sottoculturali</i>
d’Oriente come d’Occidente, regalandoci, di vero e genuino, oltre
ai vari gruppi di rivolta come le Black Panther in America, il
Movimento ‘77 da noi e le primavere sovietiche ad Est, i
cantautori, la <i>beat generation</i>, le radio libere, gli hippy,
l’Olanda di Cruijff. la liberazione sessuale, la <i>nouvelle vague
</i>e il <i>situazionismo</i> che ne furono due poderosi anticipi, e
in più tantissima altra umanità varia e originale. </span><br />
<span style="font-family: "dejavu sans" , sans-serif; font-size: large;"> </span><span style="font-size: large;">
</span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-family: "dejavu sans" , sans-serif; font-size: large;">Più di tutto, regalò al
Paese le uniche vittorie che abbia ottenuto dopo la <i>Resistenza</i>.
Figli del ‘68, solo per elencare i più belli, trascurando gli
infiniti, legittimi figliastri, sono infatti lo <i>Statuto dei
Lavoratori</i>, due settimane in più di vacanza, il diritto allo
studio, il diritto al divorzio e all’aborto, oltreché quello più
dolce e mai così rimpianto oggi: <i>la pensione retributiva dopo 35
anni di lavoro</i>. La Storia dopo il ‘68, non è più rimasta
incinta e si è protratta fino ai nostri giorni come una vecchia
zitella inacidita. Perché contrariamente alla vulgata “modaiola”
e giornalistica, perfettamente televisiva, in Italia come
dappertutto, le vittorie o sono di piazza e quindi di Sinistra o sono
sconfitte del <i>cretinismo parlamentare</i> di destra, che è sempre
tale anche quando si ripresenta come novità di sinistra, per la
prossima, imminente rottamazione.</span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-family: "dejavu sans" , sans-serif; font-size: large;">Ecco, questo, e
sostanzialmente nient’altro, sarà il 2018. Merda quarantennale lo
precede, talmente duratura e massiccia, pesante e senza fine, che per
pensare a qualcos’altro bisogna proprio non pensare a niente. Ne
segue che la speranza, l’unica vera e propria, è che quest’anno
non porti solo la nostalgia del ’68. Altrimenti, il 2018, sarà
davvero un anno sprecato come un altro.</span><br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<span style="font-size: large;">
</span><span style="font-family: "dejavu sans" , sans-serif; font-size: large;">Poi effettivamente ci sarebbe
anche il resto, se solo il resto non si chiamasse ombelico, e se solo
avessi un ombelico…</span><br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<b><span style="font-size: x-small;"><i><span style="font-family: "dejavu sans" , sans-serif;">Stazione dei Celti</span></i></span></b><br />
<b><span style="font-size: x-small;"><i><span style="font-family: "dejavu sans" , sans-serif;">Mercoledì 3 volte Gennaio
2018</span></i></span></b><br />
<br />
<br />
</div>
Lorenzo Mortarahttp://www.blogger.com/profile/06714216901829194175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2477318338459785674.post-82847570268755817702018-01-12T10:53:00.002-08:002018-02-03T13:42:22.194-08:00EDGAR L. MASTERS È UN’ALTRA COSA<style type="text/css">pre { direction: ltr; color: rgb(0, 0, 10); text-align: left; }pre.western { font-family: "Liberation Mono", serif; }pre.cjk { font-family: "Nimbus Mono L"; }pre.ctl { font-family: "Liberation Mono"; }p { margin-bottom: 0.25cm; direction: ltr; color: rgb(0, 0, 10); line-height: 120%; text-align: left; }p.western { font-family: "Liberation Serif", serif; font-size: 12pt; }p.cjk { font-family: "Noto Sans CJK SC Regular"; font-size: 12pt; }p.ctl { font-family: "FreeSans"; font-size: 12pt; }</style>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQQwO7dAaigpaPAKh57Mpc-Z5orPsbXxbNSFuzLuvfGVecShPREKJ7ADaltSPflZYUdmNZ0T7stGOo3bNtsY379qonWuyKbeOYzf-C3udp3Kcjg28St7BmB0Y3BdtGR7s3_7C7AEavWLs/s1600/Chagall+il+violinista+1912-13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1300" data-original-width="1046" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQQwO7dAaigpaPAKh57Mpc-Z5orPsbXxbNSFuzLuvfGVecShPREKJ7ADaltSPflZYUdmNZ0T7stGOo3bNtsY379qonWuyKbeOYzf-C3udp3Kcjg28St7BmB0Y3BdtGR7s3_7C7AEavWLs/s400/Chagall+il+violinista+1912-13.jpg" width="321" /></a></div>
<br />
<br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In un fumo di polvere un’anima già grigia</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">ci vedeva solo un arido interminabile inverno</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">era priva del tutto di spirito per scorgervi</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">i riccioli neri pendenti dalla gonna più bella e frusciante</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">che danzava nel vento sospesa a mezz’aria</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">segnando tra le nuvole il passo del Toor-a-Loor</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></i>
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Oggi è lo stesso, nulla davvero è cambiato</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tu cosa vedi in marcia per le strade di Roma?</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nostalgici in parata come gli affumicati dalla polvere</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">o un tristo corteo di semafori verdi?</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E perché una Testa più rossa di Sammy ma meno arrugginita</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">che ha già disintegrato miliardi di violini</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">e ancora rischia di restare suonata</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">ci vede solo una </span></i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Little-Fake-Union</span><i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> che non combatte</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">e se ci vedesse dell’altro sarebbe cieca</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">proprio come la bolla di fumo che infiamma le tue pupille?</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></i>
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Oh voi illusi che ancora sognate di risvegliarvi sulla collina:</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">miliardi di violini si ricomporranno al tramonto in concerto</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">e suoneranno per voi a notte fonda uno stridor di rimpianti</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">se non capirete che per mettere veramente a fuoco uno scatto</span></i><br />
<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">bisogna prima saper coglier, nell’attimo, l’intera sequenza!</span></i><br />
<br />
<br />
<b>Edgar L. Masters </b><br />
<b>La Nuova Spoon River 2018</b>Lorenzo Mortarahttp://www.blogger.com/profile/06714216901829194175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2477318338459785674.post-69793668117909694422018-01-08T11:52:00.001-08:002018-01-08T11:54:34.377-08:00POTERE AL POPOLO E IL CONGRESSO CGIL<style type="text/css">p { margin-bottom: 0.25cm; direction: ltr; color: rgb(0, 0, 10); line-height: 120%; text-align: left; }p.western { font-family: "Liberation Serif", serif; font-size: 12pt; }p.cjk { font-family: "Noto Sans CJK SC Regular"; font-size: 12pt; }p.ctl { font-family: "FreeSans"; font-size: 12pt; }</style>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiayCJfDVnQD2G2eyFe8jZ3xTvwt8JQrfe0p5e-TpYgEx5uwO7MokCrqdAtLlaOWN9KmD9jIAhqcU8XpmWZbw_n-BcgAIvP4IjazbCiMHqhmm5oPcuS9DRcZjbY3tfySa2AkXlBn8GfH0s/s1600/Screenshot+at+2018-01-08+20%253A47%253A49.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="858" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiayCJfDVnQD2G2eyFe8jZ3xTvwt8JQrfe0p5e-TpYgEx5uwO7MokCrqdAtLlaOWN9KmD9jIAhqcU8XpmWZbw_n-BcgAIvP4IjazbCiMHqhmm5oPcuS9DRcZjbY3tfySa2AkXlBn8GfH0s/s400/Screenshot+at+2018-01-08+20%253A47%253A49.png" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<h2 class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">di Lorenzo Mortara </span></h2>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Potere
al Popolo (PaP) dice che il 4 Marzo è solo l’inizio e che
proseguirà in ogni caso perché il suo orizzonte non è meramente
elettorale. Bene, anzi ottimo, ma al di là dei dubbi più che
fondati che un apparato in cerca solo di poltrone come è quello di
Rifondazione possa proseguire in caso di sconfitta, il che tra
parentesi è l’ultimo dei problemi, anzi nel caso sarebbe proprio
una fortuna, cosa c'è dopo il 4 Marzo?</span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Sostanzialmente
l’appuntamento fondamentale dopo il 4 Marzo è il Congresso,
presumibilmente in autunno, della CGIL. Che posizione intende
prendere PaP al Congresso della Cgil? Perché nel programma si parla
giustamente dei trent’anni di politiche di centro-destra come di
centro-sinistra che hanno massacrato i lavoratori, ma non si accenna
manco di striscio al ruolo nefasto giocato in tutto questo tempo
dalla burocrazia della Cgil, che ha accompagnato questo processo
firmando pressoché tutti i contratti di restituzione (ultimo il
contratto ridicolo del pubblico) oltreché tutti i protocolli dei
vari governi, dallo smantellamento della scala mobile del 1993 al
pacchetto Treu del 1997 e così via. E quando non ha firmato, si è
opposta con 3 ore di sciopero finto come nel caso della Legge
Fornero, oppure con un’inutile raccolta firme come nel caso del
Jobs Act.</span></span><br />
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Nel
2014 la Cgil andò a Congresso sulla base di due documenti-programma:
quello di maggioranza firmato dalla Camusso con emendamenti finti di
Landini (perché tutti sapevano che non sarebbero mai passati), e
quello di minoranza di Cremaschi-Bellavita-Como che si presentò col
nome coraggioso di <i>Il
Sindacato è un’altra cosa -Opposizione Cgil- </i></span></span>
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">I
candidati di PaP saranno scelti anche tra coloro che 4 anni fa al
Congresso Cgil si schierarono con Camusso-Landini oppure solo tra chi
oserà sfidarli con un programma alternativo? E che credibilità può
avere come antiliberista chi sostiene una Cgil del genere? Che
credibilità possono avere quegli eventuali delegati che ancora un
anno fa giravano per le fabbriche metalmeccaniche, a magnificare le
lodi del nuovo Contratto Nazionale firmato dall’incendiario
Landini: il primo nella storia che praticamente non prevede aumenti?</span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Perché
a me pare evidente che chi il 4 Marzo si batterà contro il
neoliberismo, non potrà stare a Settembre, al Congresso della Cgil,
dalla parte di chi capitola regolarmente alle sue politiche. O se ci
starà dovrà essere un’eccezione con più che fondate motivazioni,
perché il 90% dei seguaci di Landini e Camusso, sono seguaci a
oltranza e perciò stesso inaffidabili per una lista politica che si
vanta di essere nuova.</span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Qualora
l’eccezione diventi la regola, PaP a Settembre avrà già perso la
credibilità che le auguro di conquistare a Marzo. Perché non si
potrà mai dare il potere al popolo senza prima toglierlo alla
burocrazia della Cgil che l’ha spiumato vivo, contratto dopo
contratto, assieme a Governi e Confindustria, ottenendo in cambio,
per i suoi ex sempre fedeli al padronato, poltrone europee, poltrone
italiane ed enti bilaterali come se piovesse. </span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Ho
sollevato questa domanda giovedì sera, 4 Gennaio 2018, all’assemblea
di PaP, tenuta al Circolino dei Lavoratori di Vercelli. Ne è nato un
po' di trambusto perché manco a farlo apposta, tra tutti i pezzi di
apparato di Rifondazione o di gente in orbita Cgil, non ce n'era
manco uno, me a parte, che 4 anni fa si fosse schierato contro la
Camusso. Voglio sperare, ho concluso, che dopo tutti questi roboanti
proclami antiliberisti, a Settembre non mi troverò di nuovo da solo
a battermi contro la Cgil prona al neoliberismo, cioè al
capitalismo.</span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><b>LORENZO
MORTARA</b></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><b>RSU
FIOM YKK VERCELLI</b></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><b>IL
SINDACATO È UN’ALTRA COSA -OPPOSIZIONE CGIL-</b></span></span></div>
Lorenzo Mortarahttp://www.blogger.com/profile/06714216901829194175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2477318338459785674.post-40345125925542014312017-04-30T09:43:00.000-07:002017-05-06T05:00:51.453-07:00TROPPI FANTASMI IN GIRO PER L’EUROPA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjzRYEVbD4lAE_Jju7fukrCDsNruxWHoktofTQPQVj9splAP2tIdlZnU33tUSeFHp-D1HP9LN9sfKKt3CugILnq308yhnn_8m7IcTOvSHSpxwqCeGUUybIkyWut9F4y1jC2V59aK842oc/s1600/C-H8WmaWsAE8ghO.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjzRYEVbD4lAE_Jju7fukrCDsNruxWHoktofTQPQVj9splAP2tIdlZnU33tUSeFHp-D1HP9LN9sfKKt3CugILnq308yhnn_8m7IcTOvSHSpxwqCeGUUybIkyWut9F4y1jC2V59aK842oc/s400/C-H8WmaWsAE8ghO.jpg" width="400" /></a></div>
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4173" style="text-align: center; text-indent: 27pt;">
</div>
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4173" style="text-align: center; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4174"><i><span style="font-size: large;">di <b>Norberto Fragiacomo</b></span> </i></span></span></span></div>
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4173" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
</div>
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4173" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4174">Piccolo
ripasso di Storia formato bignami per le innumerevoli, virtuose Giovanne d’Arco
che, autoproclamatesi “di sinistra” (a sinistra di che cosa? mistero…), votano
o voterebbero Emmanuel Macron domenica prossima. Premessa dell’autore: queste
righe, buttate giù per riempire qualche ora domenicale, sono e saranno del
tutto vane - come si dice dalle mie parte, <i id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4175">lavarghe la testa al mus se perdi
tempo e savon</i>.</span></span></span><br />
<a name='more'></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4176" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4177">Senza
scomodare remoti precursori come Spartaco o Thomas Müntzer, che presero le armi
contro chi opprimeva i lavoratori (rappresentati nel primo caso dagli schiavi,
nel secondo da contadini e minatori di Turingia), rilevo che il Socialismo
moderno nasce ai primi dell’Ottocento, in radicale opposizione allo
sfruttamento bestiale della classe operaia da parte dei detentori del Capitale.
Owen non è Weitling, né Weitling Karl Marx: possono variare metodi e strategie,
<i id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4178">ma il nemico individuato è sempre quello</i> - il sistema di produzione
capitalista, erede di regimi economici moralmente non “migliori”, ma senz’altro
assai più inefficaci. La <i id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4179">Commune de Paris</i> sperimenta la solidarietà di
classe, soprattutto di quella egemone: prussiani ed esercito francese, Kaiser
Guglielmo e Thiers mischiano le loro artiglierie per bombardare la capitale.
Ovviamente non sono i finanzieri o i ministri a caricare i cannoni: loro si
limitano a dare gli ordini, ma – di solito – un tanto basta. Che il lavoro
sporco tocchi agli artiglieri e ai dragoni non fa di costoro i responsabili
della repressione (di taluni eccessi sì, ma rammentiamo i versi di Vecchioni: “<i id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4180">ma
i generali ci <span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">ricordano</span> che l’uomo è vino, combatte bene e muore meglio solo
quando è pieno</i>”).</span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4181" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4182">Marx, Engels,
Lenin ecc. individuano chiaramente chi sia il nemico – e quel nemico non può
essere il c.d. fascismo, semplicemente perché non è ancora sorto come
movimento, e dunque <i id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4183">non lo conoscono</i>. Peggio per loro, sentenzierebbero
indignati gli odierni macroniani: il fascismo andava previsto, se non altro
perché iniziò ad affermarsi quando Vladimir Ilich era ancora vivo (ma poco
vegeto, causa ictus), nei primi anni ’20.</span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4184" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4185">Vero: ma che
cos’è il fascismo degli esordi – il fascismo italiano intendo, perché altrove
la “nuova destra” assume forme peculiari e diverse (talvolta palesemente
reazionarie)? Un movimento repubblicano e rivoluzionario che, dopo la batosta
elettorale del ’19, cambia radicalmente registro: non più lotta ai pescecani di
guerra, bensì appoggio interessato a grandi industriali e agrari, che <i id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4186">pagano
bene</i>. Il fascismo italiano rinasce come manovalanza di un Capitale
arretrato: affermatosi, si affranca un po’ dall’ingombrante tutela,
inventandosi una “terza via” (il famoso corporativismo) che però, a conti
fatti, risulta più agevole da percorrere per i padroni che per i manovali.
Mussolini e il PNF soccombono alla guerra, Agnelli e la Fiat no. Nei decenni
repubblicani assistiamo a un revival: per ogni “idealista” che spranga (e
spesso crepa male), c’è un fascio “savio” che spara a colpo sicuro o mette
bombe per conto terzi (e sovente gli va di lusso). Manovalanza, come ai
primordi.</span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4187" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4188">Il
nazionalsocialismo tedesco costituisce una variante sul tema: germoglia
anch’esso a sinistra, tra i fumi e gli odori forti di una birreria monacense.
Anton Drechsel è un socialista che odia gli ebrei in quanto epifanie del
Capitale (Marx, che pure era di origini semite, non li amava granché); il ben
più colto seguace Gregor Strasser è quasi un comunista. A imporsi però è il
cinismo di Hitler, che irreggimenta il popolo e lo consegna al Capitale
tedesco: lavoro per tutti, ma a stipendi calmierati. Poi guerra, bombardamenti
e stermini: alla fine la iena di Braunau si spara, mentre Herr Krupp – che gli
ha fornito le armi – resta al suo posto.</span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4189" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4190">I due regimi
durano, rispettivamente, ventidue e dodici anni (altro che Reich millenario!),
ma neppure per un giorno eclissano il Capitale, che resta egemone. Commettono
crimini odiosi il primo, indicibili il secondo: poi spariscono, rimpianti nei
decenni successivi solo da sparuti drappelli di esaltati. Oggi non esistono
semplicemente più, se non come reliquie maniacalmente custodite da pochi, anche
se burbanzosi, adepti; <i id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4191">prima</i> non potevano addirittura esistere, perché
stiamo parlando di degenerazioni del Socialismo che, perduta la loro ragion
d’essere (cioè la conduzione della lotta di classe), finiscono rapidamente per
svendersi al miglior offerente, a temporaneo beneficio di leader cinici e
ambiziosi. </span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4192" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4193">Il
Capitalismo, invece, non è morto in culla: partorito nella Toscana ancora
medievale, sella nel ‘500 le pecore inglesi - e con queste parte alla conquista
del globo, fino a sostituirle con cavalcature più idonee e veloci, le
locomotive (verranno poi gli aerei e i computer che, sotto certi aspetti,
viaggiano alla velocità della luce). E’ con questo mostro in guanti bianchi che
Karl Marx fa i conti, ne Il Capitale: conti evidentemente mai regolati, se è
vero che, un secolo e mezzo dopo, noi riconosciamo nel medesimo sistema
economico il patrigno delle attuali crisi, disoccupazione e austerità.</span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4194" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4195">Nonostante
l’evidenza, tuttavia, seguitano a ripeterci che il nostro nemico è il fascismo
– un fascismo generico, buono per tutti gli usi, che nessuno si prende la briga
di identificare: bastano il nome, l’etichetta, la parola. Fascismo e nazismo
hanno commesso delitti infami: vero, verissimo, e hanno pure scatenato una
guerra mondiale, <i id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4196">la seconda</i>. Non la prima, però, non quelle successive,
che a quanto pare non hanno avuto bisogno di “fascismi” storici o astorici per
detonare. E’ stata più che sufficiente l’avidità delle elite capitaliste.</span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4197" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4198">Costa non poco
dirlo, ma – con tutte le loro meschinità e nefandezze – i “fascismi” stanno
diventando un comodo capro espiatorio, un anacronistico strumento di
distrazione di massa: li si menziona volutamente a sproposito, per deviare l’attenzione
dall’oscenità del presente. Un presente che assomiglia dannatamente al passato
descritto e analizzato, nel suo svolgersi, da Robert Owen, Marx ed Engels,
Lenin, Rosa Luxemburg ecc., in epoche in cui, come già detto, del fascismo non
si era ancora sentito parlare.</span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4199" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4200">Perciò mi
sembra un’impudenza e una mancanza di rispetto alla Storia questa chiamata alle
armi, echeggiante a sinistra, contro una “minaccia fascista” oggi inesistente,
o comunque assai meno preoccupante della minaccia vera, autentica, rappresentata
da quella forza che il Socialismo, quasi due secoli fa, è nato per contrastare
e sconfiggere.</span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4201" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4202">Certo, una
qualche forma di fascismo potrebbe manifestarsi di nuovo, e andrebbe allora
combattuta; ma si tratterebbe pur sempre di un nemico “collaterale”, di un
satellite oscuro dell’avversario di sempre: il Capitale.</span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4203" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4204">Ridurre il
Socialismo a un antifascismo di maniera equivale a cancellarne l’intima
sostanza, conservando il <i id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4205">brand</i> (non si sa mai!); invitare oggidì a
votare l’iperliberista Macron, profeta di licenziamenti e privatizzazioni,
significa passare definitivamente dall’altra parte, quella della finanza e del
padronato. Il biglietto è di sola andata, cari ex compagni, ma non vi
angustiate: sulla sponda opposta troverete piacevole compagnia, visto che quasi
tutti i fautori del liberismo si professano schifati dalla rozzezza fascista <i id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4206">e
lo sono</i>, ricorrendovi soltanto in caso di necessità e urgenza. Guarderanno
con sufficienza pure voi, s’intende, ma non bisogna offendersi: almeno una cosa
dovreste rammentarla, che il rapporto fra padrone e servo raramente è
paritario.</span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4207" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4208">Il marxista
serio, invece, resta fedele alla consegna ricevuta: opporsi non ai fantasmi, ma
a ciò che – oggi come l’altroieri, e più di ieri – schiaccia la classe
lavoratrice. Tra Marine Le Pen ed Emmanuel Macron, indubbiamente, chi può far
più male è il secondo: operai e impiegati francesi l’hanno già capito, il
leader del PCF no. </span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><br />
<div id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4209" style="text-align: justify; text-indent: 27pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span id="m_-2925632584401153727yui_3_16_0_ym19_1_1493569366332_4210">Forse è
questione di solidarietà fra spettri…</span></span></span></div>
Lorenzo Mortarahttp://www.blogger.com/profile/06714216901829194175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2477318338459785674.post-65418301935267982602017-04-08T18:28:00.001-07:002017-04-08T18:28:14.761-07:00PRIMA L'AMERICA, ULTIMA LA PACE<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT8ry2DXMUgqMrzlt77RMiojxneo8uUF0NvjRrWrbqVa1OLrzUuZnRnZZz-fCF3Dl9luB2t4XwyvpDIoo_4fkLoz4Y54IED4Cu-kHo4wXqGRQV_YlahKaMCAU3AAHySJMnmrRC9uw8SrQ/s1600/IMG_9531.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT8ry2DXMUgqMrzlt77RMiojxneo8uUF0NvjRrWrbqVa1OLrzUuZnRnZZz-fCF3Dl9luB2t4XwyvpDIoo_4fkLoz4Y54IED4Cu-kHo4wXqGRQV_YlahKaMCAU3AAHySJMnmrRC9uw8SrQ/s400/IMG_9531.jpg" width="400" /></a></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;"> </span></span><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: small;"> </span></span></b></span></div>
<h2 style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><b><span style="font-weight: normal;">di <b>Norberto Fragiacomo</b></span></b></span></span></h2>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Cos’è dunque successo in Siria?</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Semplice (<i>tragicamente</i> semplice): quel che talvolta capita nelle guerre civili. Una parte ne bombarda un’altra, servendosi in questo caso dell’aviazione: si sprigiona una nube tossica, che provoca un’ottantina di morti – una goccia di sangue in più, nel mare cremisi della mattanza siriana. Di chi è la colpa? In generale, di tutti i contendenti; nello specifico <i>non si sa</i>, perché potrebbe trattarsi di un’azione deliberata da parte del regime (come ripete senza requie la propaganda occidentale) oppure degli effetti “collaterali” della distruzione di un deposito di armi chimiche in mano alle forze ribelli (come affermano i russi). Visto che Assad sta oramai vincendo, la seconda ricostruzione mi appare più verosimile (1), ma non sempre la verosimiglianza procede a braccetto con la realtà dei fatti: talora gli esseri umani, imprevedibilmente, nocciono a sé stessi. Non è affatto scontato che la logica abbia la meglio sulle passioni e gli istinti. In ogni caso, c’erano (e ci sarebbero ancora) gli strumenti per appurare a chi vada addebitata la responsabilità dell’ennesimo massacro. Il punto – e qui finisce l’antefatto – è che il Presidente USA Donald Trump aveva fretta di risolvere a modo suo la questione e quindi, senza perdere tempo in indagini, ha ordinato un attacco missilistico alla Siria. Qualche struttura distrutta, fra cui la mensa di una base aerea, e poche vittime - eppure dal nulla potrebbe discendere <i>il tutto</i>, cioè un conflitto mondiale.</span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Perché Trump ha dato l’ordine? Tralasciamo l’opinione prezzolata di chi lo immagina sconvolto dall’ecatombe di donne e bimbi: solo i servi della gleba al “governo” in Europa e i propagandisti che scribacchiano su Repubblica possono (far finta di) credere a simili grossolane fandonie (2). Le chiavi di lettura sono almeno tre, alternative fra loro. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">La mia ipotesi (che, oltre a essere ragionevole, coincide con quello che mi auguro) è che <i>The Donald</i> abbia esibito i muscoli Tomahawk a uso interno. Quotidianamente accusato di essere una creatura di Woland Putin, ha inteso provare il contrario: la pioggia di missili lava via i sospetti, annunciando che <i>Mr. President</i> ha il coraggio di opporsi fragorosamente alle mire russe. Si potrebbe addirittura ipotizzare, con spirito machiavellico, che l’azione – in effetti, dimostrativa - sia stata concertata fra la Casa Bianca e il Cremlino che, in fondo, era stato preavvertito: le bellicose dichiarazioni successive e lo spostamento di qualche unità navale sarebbero da derubricare a “teatro”. Stessero così le cose non sarebbe previsto alcun seguito, e noialtri potremmo dormire abbastanza tranquilli – non del tutto, però. Un rischio calcolato è pur sempre un rischio, un azzardo: chi ci assicura che qualche testa calda (più facilmente americana che russa) non colga l’opportunità per alzare la posta, e con essa il livello della tensione fra i due Paesi, le cui forze armate sono entrambe presenti in Siria? Insomma un gioco pericoloso, ma pur sempre un gioco (politico), anche se è costato la vita ad alcuni soldati siriani e una manciata di MIG in panne (prontamente sostituibili) a Bashar el Assad, che comunque sulla scacchiera è poco più che un pedone.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">All’opposto dell’ipotesi di un Trump savio e calcolatore troviamo quella di <i>“crazy Donald”</i>, decisamente più inquietante. Più che un matto, il neopresidente sarebbe un improvvisatore, capacissimo di intendere e volere singole condotte ma non di valutarne le conseguenze a medio-lungo e persino a breve termine: in pratica, <i>un immaturo</i>. Avrebbe agito d’impulso, non per motivi umanitari bensì propagandistici: mentre “premeva il bottone” stava pensando ai sondaggi, allo <i>share</i> e – come cantava Guccini – “a culo tutto il resto!” Un Nerone o un Selim II con l’atomica fa senz’altro paura, tuttavia – a differenza dei modelli – il nostro non detiene un potere assoluto: i politici e i generali che gli stanno intorno, pur essendo apertamente guerrafondai e russofobi, riuscirebbero in qualche maniera a neutralizzarlo prima che sia troppo tardi. Il problema non sarebbe tanto l’atteggiamento verso la Russia e il resto del mondo, cui costoro guardano con risentimento e alterigia, quanto piuttosto l’assenza di metodo: lo stratega formatosi a West Point e il supermanager, egualmente privi di scrupoli morali, aborriscono l’avventurismo di chi si affida all’improvvisazione.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">C’è una terza chiave di lettura, ed è – in prospettiva – la più sinistra. Senza che ce ne accorgessimo sarebbe avvenuta una mutazione: assimilato quasi subito dall’establishment che proclamava di voler avversare, Donald avrebbe cambiato parrucchino diventando un Hillary in pantaloni e cravatta. Invero, l’attacco di venerdì notte ce lo saremmo attesi dalla Clinton – un<i> attacco alla Russia</i> per interposto Assad. Questa non è farina del sacco del candidato Trump: è polvere bianca fornita dai suoi attuali consiglieri, a loro volta espressione del Gotha economico-finanziario a stelle e strisce. Oltre che a pressioni di altro tipo (v. Berlusconi nel 2011), il nostro può essere sensibile a un argomento: <i>to make America First</i> devi anzitutto annichilire le ambizioni altrui. Considerato che la serva Europa non ne ha – a parte, per l’appunto, quella di servire ginocchioni – tocca umiliare gli unici possibili contendenti, cioè la Russia (nell’immediato) e, a medio termine, la ben più insidiosa Cina. In quest’ottica una singola azione militare non basta affatto: facile che ne seguano altre a breve, per dimostrare chi comanda davvero. Questo però ci condurrebbe in un vicolo cieco, per il banalissimo motivo che Vladimir Putin e la sua cerchia semplicemente <i>non possono</i> cedere. Se omettessero di reagire a un’ulteriore provocazione americana, difatti, perderebbero ogni credito sia all’estero che in patria – all’estero, perché nessun Paese (l’Iran <i>in primis</i>) sarebbe disposto ad affidare la propria incolumità a una guardia del corpo che, non appena c’è da menar le mani, si eclissa dietro l’angolo; in patria, poiché il seguito di cui gode Putin fra le masse deriva dalla sua ostentata determinazione a restituire alla Russia il ruolo smarrito di superpotenza. Se l’uomo del FSB calasse le brache dinanzi all’arcinemico americano non ci sarebbe più un cane, fra un anno, a votare per lui: un potere ventennale si volatilizzerebbe in un istante (è scontato che non verrebbe eletto il provocatore Navalny, oggetto di universale disprezzo, ma qualcuno percepito come più “duro” di Putin).</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Se alla scrivania della Casa Bianca sedesse per davvero <i>Donhill Clintrump</i> saremmo già in quest’istante sull’orlo dell’ultima guerra mondiale: posso immaginare che, prudente qual è, Putin contrattaccherebbe nel modo più <i>soft </i>possibile, ordinando di abbattere nuovi missili lanciati dalle navi USA, ma già uno spettacolare confronto aereo tra F 22 <i>Raptor </i>e <i>Sukhoi</i> su-35 segnerebbe forse il punto di non ritorno. La Russia si vedrebbe trascinata in un conflitto contro un avversario decisamente più forte per non abdicare in via definitiva al suo ruolo: dovendo prendere qualche iniziativa, si annetterebbe probabilmente l’Ucraina e cercherebbe di impartire una (non immeritata) lezione ai più bisbetici fra i suoi vicini, vale a dire la dire la Polonia e le province baltiche – per invadere l’Europa occidentale non ha in ogni caso mezzi sufficienti. La superiorità americana sul mare è schiacciante, nei cieli (anche grazie ai droni, che a quanto pare i russi stanno appena sviluppando) risulta abbastanza netta: le prospettive per la Russia non appaiono rosee. I cinesi, che ragionano in termini di secoli e non di anni, rimarrebbero a guardare: Putin potrebbe evitare la sconfitta solo rischiando il tutto per tutto con l’atomica. Un lancio dimostrativo non servirebbe a nulla, l’incenerimento di una città darebbe la stura all’apocalisse: l’unica scelta possibile sarebbe dunque bersagliare il gruppo di battaglia di una portaerei USA, distruggendola.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">A quel punto gli americani potrebbero fermarsi, ma nessuno ce lo garantisce: la fine del mondo sarebbe dietro l’angolo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Non resta che sperare che il buon Trump abbia brandito l’ascia di guerra al solo, miserabile scopo di allontanare da sé i sospetti di esser stato foraggiato dal Cremlino…</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>NOTE </b><br /><br /><span style="font-size: x-small;">1) Anche perché il presidente alawita, temendo un intervento americano, accettò nel 2013 la proposta russa di consegnare tutte le armi chimiche presenti nel suo arsenale affinché venissero distrutte sotto il controllo ONU.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span> </span><style type="text/css">p.sdfootnote-western { margin-bottom: 0cm; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 10pt; line-height: 100%; }p.sdfootnote-cjk { margin-bottom: 0cm; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 10pt; line-height: 100%; }p.sdfootnote-ctl { margin-bottom: 0cm; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 10pt; line-height: 100%; }p { margin-bottom: 0.25cm; direction: ltr; color: rgb(0, 0, 0); line-height: 120%; }p.western { font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; }p.cjk { font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; }p.ctl { font-family: "Times New Roman",serif</style><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">2) Sulle veline sorosian-progressiste la versione elaborata di volta in volta da Washington e Tel Aviv non ha manco bisogno di riscontri: assurge di diritto a “fatto notorio”.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span></div>
Lorenzo Mortarahttp://www.blogger.com/profile/06714216901829194175noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2477318338459785674.post-7670877496192820542017-04-08T17:54:00.000-07:002017-04-08T17:54:50.904-07:00RIPRENDIAMO LE PUBBLICAZIONI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrNcMaeps2zrMYWpvJu166B5aMElqoAOhisqNcPqMD0Q2lFltL1KD7YmrfDcWm9oUoBjqiaE8-K2rw5jAoiGsU1WKErEem0Rm7k_GTJ98Z1_w5rHuUA8nSG15u-962kiEEOIDyAxSkciI/s1600/Hugo-Ch%25C3%25A1vez-Venezuela.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrNcMaeps2zrMYWpvJu166B5aMElqoAOhisqNcPqMD0Q2lFltL1KD7YmrfDcWm9oUoBjqiaE8-K2rw5jAoiGsU1WKErEem0Rm7k_GTJ98Z1_w5rHuUA8nSG15u-962kiEEOIDyAxSkciI/s400/Hugo-Ch%25C3%25A1vez-Venezuela.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span><br /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">In attesa di tempi migliori, riprendiamo le pubblicazioni di questo blog, per raggruppare idee e pensieri che viaggiando da sole si disperderebbero molto più facilmente.</span></span><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;"> </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Esperienze passate ci hanno insegnato la difficoltà di mettere sotto uno stesso tetto penne differenti.</span></span><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;"> Il blog perciò riprende non avendo la pretesa di un'unica visione sulle cose, per quanto tutte quelle qui ospitate saranno orientate verso la sinistra radicale.</span></span><br /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;"> L'unico filo conduttore che riteniamo possibile per le nostre attuali forze, è un'informazione robusta e un approfondimento di un certo spessore.</span></span><br /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">È con questo spirito che ci auguriamo che il blog possa, nel giro di poco, offrire un'informazione varia, precisa e puntuale.</span></span><br /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Chi ritiene, quindi, che la sua penna sia abbastanza robusta per queste colonne, non ha che da contattarci per essere inserito al più presto tra i redattori. </span></span><br /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Prima si ingrossa la redazione, meglio sarà per il blog.</span></span><br /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span><br /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span><b><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: small;">La Redazione</span></span></b></div>
Lorenzo Mortarahttp://www.blogger.com/profile/06714216901829194175noreply@blogger.com0