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lunedì 22 gennaio 2018

IL SINDACATO È UN’ALTRA COSA E LE ELEZIONI


di Lorenzo Mortara



Il 4 Marzo i lavoratori italiani, senza un’alternativa, dovranno scegliere chi mandare in Parlamento a rappresentare gli interessi dei padroni!


La Cgil, sta facendo tutto quello che è in suo potere perché i lavoratori si riconsegnino al carrozzone vario del Centro-Sinistra. L’appoggio esplicito di Susanna Camusso a Gori a Bergamo e a Zingaretti nel Lazio, dimostra ancora una volta quanto sia vana la retorica di una Cgil autonoma e indipendente dai partiti politici. La Cgil conferma la sua subalternità a PD e dintorni. Di fronte a tutto questo, a meno di due mesi dalle elezioni, il SINDACATO È UN’ALTRA COSA tace, come se le elezioni politiche non riguardassero milioni di lavoratori.


Perché tace l’OPPOSIZIONE CGIL? Semplice: perché l’Opposizione Cgil è formata al suo interno da 3 correnti fondamentali. Senza nulla togliere al merito di altri gruppi, l’ossatura del Sindacato è un’altra cosa è formata da sindacalisti che militano o nel PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI o in SINISTRA ANTICAPITALISTA o in SINISTRA CLASSE E RIVOLUZIONE. E poiché Sinistra Anticapitalista ha deciso di correre il 4 Marzo con POTERE AL POPOLO, la nuova colazione radicale, mentre gli altri due correranno assieme nella coalizione chiamata SINISTRA RIVOLUZIONARIA, l’Opposizione Cgil sembra aver scelto di non parlare delle elezioni, per evitare discussioni interne che minino la coesione proprio a pochi mesi dal CONGRESSO CGIL.


Comprendiamo i timori di una discussione che spacchi la minoranza della Cgil, tuttavia non affrontare il problema delle elezioni, è una cura peggiore del male e non ci sembra degno di un’opposizione di classe come è la nostra in Cgil. Infatti, a meno di essere anarchici, di cui nutriamo un profondo rispetto anche se per lo più non lo siamo, non si può pensare di costruire un sindacato di classe, senza occuparsi di costruire il corrispettivo politico: il partito. Il Sindacato è un’altra cosa non è per la finta indipendenza dai partiti politici, come la maggioranza Cgil, il Sindacato è un’altra cosa è per l’indipendenza dai partiti politici borghesi padronali. Non è affatto la stessa cosa, perché tale indipendenza è possibile solo in stretta collaborazione coi partiti che rappresentano i lavoratori. Perché i lavoratori non hanno solo problemi economici, hanno soprattutto problemi politici, come dimostra la Storia della Seconda Repubblica, che può essere ridotta alla Storia di un Parlamento che legifera da quasi 30 anni solo e soltanto contro i lavoratori. Per forza si converrà, all’interno non ci sono né lavoratori né loro rappresentanti! 
 
Non pensiamo che Il sindacato è un’altra cosa debba scegliere una delle due coalizioni nominate. Sarebbe ridicolo questo. Tanto più che al nostro interno abbiamo anche altri gruppi, dal PDAC fino ai libertari e agli astensionisti vari. Pensiamo solamente che l’opposizione Cgil debba, in questi due mesi, aprirsi alla discussione in materia di elezioni politiche, a cominciare dalla riunione del Coordinamento Nazionale del 26 Gennaio, per proseguire sulle colonne del nostro sito nazionale. Perché se la Cgil maggioritaria fa di tutto per consegnare i lavoratori a PD e dintorni, e quindi alla Confindustria, l’Opposizione Cgil deve all’opposto far di tutto per strapparli dalle loro grinfie, usando tutta l’energia delle poche forze che ha a disposizione, perché i lavoratori arrivino all’appuntamento del 4 Marzo informati al meglio delle possibili alternative al loro ennesimo cappio al collo.


E anche perché, il 4 Marzo, dovunque abbiano deciso di militare, i sindacalisti dell’Opposizione Cgil sentano ancora più forte il dovere di portare alta la nostra bandiera, continuando in campo politico la battaglia senza quartiere che facciamo in Cgil perché le burocrazie di sinistra che hanno spiumato vivi i lavoratori, diritto dopo diritto, firma dopo firma, bandiera bianca dopo bandiera bianca, non abbiano alcun ruolo dirigente nelle nuove formazioni politiche. Ci riferiamo in particolare alle burocrazie di Rifondazione Comunista ed ex Comunisti Italiani, già protagoniste dell’ultimo Governo Prodi, quello delle missioni di guerra in Afghanistan e dei 6 anni in più di lavoro per la pensione, e a quelle “emendatarie” del nostro sindacato, che già si stanno riciclando nei nuovi partiti, riverniciandosi per l’occasione la faccia al grido di “No al liberismo!”, e che al 99% ci ritroveremo il giorno dopo, cioè al Congresso della Cgil, dalla parte di Camusso-Landini, che altro non significa che dalla parte della sistematica capitolazione al capitalismo. In breve contro i lavoratori, cioè contro di noi.


Solo così, affrontando di petto il problema, il Sindacato è un’altra cosa, farà la sua parte alle prossime elezioni, per la ricostruzione del partito di classe dei lavoratori, qualunque esso sia.


Stazione Dei Celti
Gennaio 2018

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