di Lorenzo Mortara
Il
4 Marzo i lavoratori italiani, senza un’alternativa, dovranno
scegliere chi mandare in Parlamento a rappresentare gli interessi dei
padroni!
La
Cgil, sta facendo tutto quello che è in suo potere perché i
lavoratori si riconsegnino al carrozzone vario del Centro-Sinistra.
L’appoggio esplicito di Susanna Camusso a Gori a Bergamo e a
Zingaretti nel Lazio, dimostra ancora una volta quanto sia vana la
retorica di una Cgil autonoma e indipendente dai partiti politici. La
Cgil conferma la sua subalternità a PD e dintorni. Di fronte a tutto
questo, a meno di due mesi dalle elezioni, il SINDACATO È UN’ALTRA
COSA tace, come se le elezioni politiche non riguardassero milioni di
lavoratori.
Perché
tace l’OPPOSIZIONE CGIL? Semplice: perché l’Opposizione
Cgil
è formata al suo interno da 3 correnti fondamentali. Senza nulla
togliere al merito di altri gruppi, l’ossatura del Sindacato
è un’altra cosa
è formata da sindacalisti che militano o nel PARTITO COMUNISTA DEI
LAVORATORI o in SINISTRA ANTICAPITALISTA o in SINISTRA CLASSE E
RIVOLUZIONE. E poiché Sinistra
Anticapitalista
ha deciso di correre il 4 Marzo con POTERE AL POPOLO, la nuova
colazione radicale, mentre gli altri due correranno assieme nella
coalizione chiamata SINISTRA RIVOLUZIONARIA, l’Opposizione Cgil
sembra aver scelto di non parlare delle elezioni, per evitare
discussioni interne che minino la coesione proprio a pochi mesi dal
CONGRESSO CGIL.
Comprendiamo
i timori di una discussione che spacchi la minoranza della Cgil,
tuttavia non affrontare il problema delle elezioni, è una cura
peggiore del male e non ci sembra degno di un’opposizione
di classe come è la nostra in Cgil.
Infatti, a meno di essere anarchici, di cui nutriamo un profondo
rispetto anche se per lo più non lo siamo, non si può pensare di
costruire un sindacato di classe, senza occuparsi di costruire il
corrispettivo politico: il partito. Il Sindacato è un’altra cosa
non è per la finta indipendenza dai partiti politici, come la
maggioranza Cgil, il Sindacato è un’altra cosa è per
l’indipendenza dai partiti politici borghesi padronali. Non è
affatto la stessa cosa, perché tale indipendenza è possibile solo
in stretta collaborazione coi partiti che rappresentano i lavoratori.
Perché i lavoratori non hanno solo problemi economici, hanno
soprattutto problemi politici, come dimostra la Storia della Seconda
Repubblica, che può essere ridotta alla Storia di un Parlamento che
legifera da quasi 30 anni solo e soltanto contro i lavoratori. Per
forza si converrà, all’interno non ci sono né lavoratori né loro
rappresentanti!
Non
pensiamo che Il
sindacato è un’altra cosa
debba scegliere una delle due coalizioni nominate. Sarebbe ridicolo
questo. Tanto più che al nostro interno abbiamo anche altri gruppi,
dal PDAC fino ai libertari e agli astensionisti vari. Pensiamo
solamente che l’opposizione Cgil debba, in questi due mesi, aprirsi
alla discussione in materia di elezioni politiche, a cominciare dalla
riunione del Coordinamento Nazionale del 26 Gennaio, per proseguire
sulle colonne del nostro sito nazionale. Perché se la Cgil
maggioritaria fa di tutto per consegnare i lavoratori a PD e
dintorni, e quindi alla Confindustria, l’Opposizione Cgil deve
all’opposto far di tutto per strapparli dalle loro grinfie, usando
tutta l’energia delle poche forze che ha a disposizione, perché i
lavoratori arrivino all’appuntamento del 4 Marzo informati al
meglio delle possibili alternative al loro ennesimo cappio al collo.
E
anche perché, il 4 Marzo, dovunque abbiano deciso di militare, i
sindacalisti dell’Opposizione Cgil sentano ancora più forte il
dovere di portare alta la nostra bandiera, continuando in campo
politico la battaglia senza quartiere che facciamo in Cgil perché le
burocrazie di sinistra che hanno spiumato vivi i lavoratori, diritto
dopo diritto, firma dopo firma, bandiera bianca dopo bandiera bianca,
non abbiano alcun ruolo dirigente nelle nuove formazioni politiche.
Ci riferiamo in particolare alle burocrazie di Rifondazione Comunista
ed ex Comunisti Italiani, già protagoniste dell’ultimo Governo
Prodi, quello delle missioni di guerra in Afghanistan e dei 6 anni in
più di lavoro per la pensione, e a quelle “emendatarie” del
nostro sindacato, che già si stanno riciclando nei nuovi partiti,
riverniciandosi per l’occasione la faccia al grido di “No al
liberismo!”, e che al 99% ci ritroveremo il giorno dopo, cioè al
Congresso della Cgil, dalla parte di Camusso-Landini, che altro non
significa che dalla parte della sistematica capitolazione al
capitalismo. In breve contro i lavoratori, cioè contro di noi.
Solo
così, affrontando di petto il problema, il Sindacato è un’altra
cosa, farà la sua parte alle prossime elezioni, per la ricostruzione
del partito di classe dei lavoratori, qualunque esso sia.
Stazione
Dei Celti
Gennaio
2018
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